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PorscheMania Forum * Archivio Forum Generale 2006 * Motore a idrogeno?? No grazie..... < Precedente Seguente >

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Massimo Pezzali (admin)
Amministratore (BOSS)
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Messaggio numero: 2658
Registrato: 01-2000


Inviato il martedì 07 novembre 2006 - 21:24:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Per stimolare un discorso tecnico (per favore non buttatelo sulla politica come al solito) posto qui questa serissima e-mail giratami da Maximumnoise:


I firmatari della presente - ricercatori e persone a vario titolo impegnate in ambiente accademico e scientifico - desiderano esprimere la loro forte preoccupazione e un netto dissenso rispetto alla campagna mediatica che viene sostenuta per propagandare «l'idrogeno come combustibile pulito», addirittura alla base di una pretesa «rivoluzione ecologica». Questa campagna è stata avviata dal noto economista Jeremy Rifkin (Economia all'idrogeno, Mondadori 2002), presidente della Foundation on Economic Trends di Washington, e continua ad essere alimentata, nonostante incongruenze piuttosto evidenti negli assunti di fondo. L'idrogeno è un gas infiammabile che non esiste sulla superficie terrestre, e produrlo artificialmente richiede di per sé un notevole dispendio di energia. Di conseguenza esso non può essere di per sé etichettato come di energia, ma soltanto come vettore, cioè come mezzo per immagazzinare l'energia prodotta da altre fonti. Notiamo qui subito che tale immagazzinamento, come ogni conversione da un tipo di energia ad un altro, ha un costo energetico, cioè comporta la degradazione in calore e la conseguente perdita di una parte dell'energia coinvolta. Oggi quasi tutto l'idrogeno prodotto industrialmente viene ottenuto a partire da fonti di energia fossili, più precisamente dal metano o da derivati del petrolio, attraverso processi detti di «reforming». L'idrogeno prodotto in questi processi contiene circa il 75% dell'energia fornita in ingresso, mentre il restante 25% viene perso sotto forma di calore. Il nostro vettore di energia è quindi in realtà assimilabile a un secchio bucherellato.

Inoltre, per ogni atomo di carbonio presente negli idrocarburi utilizzati nei processi di reforming, si produce una molecola di anidride carbonica. Come sappiamo, l'anidride carbonica è il principale tra quei gas che, immessi nell'atmosfera, contribuiscono al riscaldamento del nostro pianeta, con gravi e ancora non del tutto prevedibili conseguenze sul clima. In effetti, la quantità di anidride carbonica ottenuta producendo idrogeno per reforming è la stessa che si produrrebbe se il metano o il petrolio utilizzati fossero bruciati direttamente in una centrale elettrica. Dal punto di vista dell'effetto serra, che dovrebbe essere uno dei criteri di valutazione principali della compatibilità ecologica di una tecnologia, l'uso dell'idrogeno così prodotto non apporta quindi alcun vantaggio, anzi, come vedremo, può risultare svantaggioso quando si consideri l'anidride carbonica prodotta per unità di energia generata.

Come si utilizza l'idrogeno? Se consideriamo l'uso per autotrazione, che è quello per il quale viene maggiormente propagandato, esistono due opzioni. La prima, più immediata, è di utilizzarlo come combustibile per un motore a combustione interna opportunamente modificato, simile a quelli attualmente utilizzati nelle automobili. Questa soluzione avrebbe effettivamente l'effetto di liberare le città da buona parte dei gas di scarico prodotti dagli autoveicoli, e quindi di migliorare la qualità dell'ambiente urbano. Purtroppo, si tratta di un approccio al problema assolutamente insostenibile dal punto di vista globale. Ammettendo per i motori a idrogeno un rendimento pari a quello dei motori a benzina, come abbiamo detto vi è nel processo di produzione dell'idrogeno una perdita di energia che fa sì che, a parità di energia utile, occorra un consumo maggiore di idrocarburi, e conseguentemente il rilascio di una maggiore quantità di anidride carbonica nell'atmosfera.

La seconda opzione è quella di usare l'idrogeno in celle a combustibile. Si tratta di dispositivi che convertono l'energia immagazzinata nell'idrogeno in energia elettrica, che può essere usata per alimentare un motore elettrico. Anche in questo caso, il merito dell'idrogeno sarebbe quello di spostare l'inquinamento dalle città alle centrali di produzione dell'idrogeno. Visti i buoni rendimenti delle celle a combustibile, con questa tecnologia ci si può aspettare un livello di consumi di idrocarburi - e quindi di produzione di anidride carbonica - pressoché pari a quello attuale, a parità di energia utile prodotta. Neanche questa dunque è una opzione valida dal punto di vista ambientale, stante la necessità di ridurre prima possibile i consumi di combustibili fossili e le emissioni di anidride carbonica.

C'è poi una visione che prevede la produzione di idrogeno senza il ricorso a sorgenti fossili, per mezzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (solare, eolico, ecc.). L'idea di un sostanziale incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili non può che trovarci pienamente favorevoli. Tenuto conto però che, ragionevolmente, queste fonti potranno al più fornire solo una parte dell'attuale fabbisogno energetico mondiale, è possibile verificare che l'elettricità così prodotta sarebbe utilizzata in maniera più efficiente, cioè con minore spreco, immettendola direttamente nella rete elettrica piuttosto che non immagazzinandola nel nostro «secchio bucherellato».

Infine, va citato il fatto che l'idrogeno può essere ottenuto per reforming anche dal carbone. Questo procedimento, che come detto sopra equivale, in termini di produzione di anidride carbonica, a bruciare il carbone stesso (ma con minore resa energetica), aprirebbe in pratica la strada all'uso per autotrazione, e non solo, delle abbondanti riserve di carbone ancora esistenti sul pianeta, con un effetto sul riscaldamento globale ancora peggiore di quello degli scenari descritti precedentemente. Infatti, a parità di energia prodotta il carbone produce ancora più anidride carbonica del petrolio e del metano. Né può risultare di conforto la prospettiva oggi propagandata che la produzione dell'idrogeno avvenga in impianti in cui l'anidride carbonica venga «sequestrata» e immagazzinata in siti sotterranei. Infatti, al di là dei grossi problemi tecnici ancora da superare e del costo energetico del procedimento, nessuno è in grado di predire se nel lungo periodo questa anidride carbonica non sia comunque in grado di raggiungere l'atmosfera, per diffusione o in occasione di terremoti o altri eventi geologici violenti.

Riassumendo: gli idrocarburi fossili (petrolio e metano) sono preziosi in quanto esistono sul nostro pianeta in quantità limitate e costituiscono, oltre che fonti di energia, anche materie prime preziose per una grande quantità di processi industriali. Di conseguenza essi vanno risparmiati ed indirizzati agli usi strettamente necessari, non solo perché il loro utilizzo aumenta l'effetto serra, ma anche perché il prossimo raggiungimento del picco mondiale di produzione (previsto entro pochi anni) è causa di gravi tensioni internazionali, e sempre più lo sarà in futuro. Le azioni militari contro la repubblica federale di Jugoslavia e l'Afghanistan erano motivate principalmente dalla preoccupazione degli Usa e dei loro alleati di assumere il controllo delle vie di trasporto del petrolio del Mar Caspio. Il riferimento al petrolio è ovviamente ancora più esplicito quando si parla dell'Iraq.

I combustibili fossili, per poterli risparmiare, vanno utilizzati nel modo più efficiente possibile, il che oggi vuol dire che bisogna bruciarli in centrali elettriche. Altri usi vanno disincentivati. In quest'ottica, il motore a combustione interna rappresenta una tecnologia terribilmente inefficiente che va superata quanto prima, in quanto utilizza solo metà o anche meno dell'energia che si riesce a estrarre in una centrale elettrica. L'introduzione dell'idrogeno non può modificare questa visione, anzi renderebbe la situazione ancora più critica qualora venisse usato come combustibile per motori a combustione interna. Per di più, qualora la scarsità di petrolio e metano portasse in futuro all'utilizzo di idrogeno prodotto a partire dal carbone, gli effetti in termini di cambiamenti climatici sarebbero ancora più devastanti.

Invitiamo quindi tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro pianeta a non cadere nel tranello dell'idrogeno, che è in realtà uno stratagemma di marketing utilizzato dalle compagnie petrolifere con l'intento di mantenere l'attuale situazione di spreco dei combustibili fossili, e da alcuni governi in vista di un insostenibile passaggio ad un regime di produzione di energia basato principalmente sul carbone. L'idrogeno non rappresenta quindi la rivoluzione energetica promessa, ma una semplice riedizione degli odierni scempi ambientali (si pensi alle truffe della benzina verde e dell'ecodiesel). Il grosso problema dell'energia non è come immagazzinarla (anche questo ha un peso, ma diverso e di portata molto più limitata), ma come produrla e come utilizzarla con minori sprechi. Se ci sta a cuore il futuro del pianeta diventa improcrastinabile, accanto a un deciso sviluppo nel campo delle fonti rinnovabili e delle politiche di risparmio e di uso differenziato delle diverse fonti, uno sforzo collettivo verso l'elaborazione di un nuovo concetto dello sviluppo, che non sia basato sulla continua crescita economica, cioè sul continuo aumento quantitativo delle merci, dei prodotti e dei consumi. Tale crescita, la cui insostenibilità diventa di giorno in giorno più evidente, ci sta portando ad un stato di guerra infinita e permanente per appropriarsi delle sempre più scarse risorse energetiche.

Firmato,
Angelo Baracca, Franco Marenco, Emilio Martines, Andrea Martocchia, Luca Nencini, Maria Luigia Paciello, Libero Vitiello


Cosa ne pensate ?
- REGOLA DELL'OSPITE -
non confondere la sopportazione con l'ospitalità.
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Beppe S. (toivonen)
Porschista attivo
Username: toivonen

Messaggio numero: 1802
Registrato: 01-2004


Inviato il mercoledì 08 novembre 2006 - 13:08:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Trascurando questa parte

citazione da altro messaggio:

Se ci sta a cuore il futuro del pianeta diventa improcrastinabile, accanto a un deciso sviluppo nel campo delle fonti rinnovabili e delle politiche di risparmio e di uso differenziato delle diverse fonti, uno sforzo collettivo verso l'elaborazione di un nuovo concetto dello sviluppo, che non sia basato sulla continua crescita economica, cioè sul continuo aumento quantitativo delle merci, dei prodotti e dei consumi. Tale crescita, la cui insostenibilità diventa di giorno in giorno più evidente, ci sta portando ad un stato di guerra infinita e permanente per appropriarsi delle sempre più scarse risorse energetiche.



che ci porterebbe davvero troppo lontano, a me, da profano in materia, è sempre parso chiaro che, a parte l'impatto mediatico di vedere Beppe Grillo che fa l'aerosol col tubo di scarico di un furgoncino ad idrogeno, tutto si traducesse nello spostare il problema dell'inquinamento da decentrato ad accentrato, e visto che ogni spostamento consuma energia, non vedo come sua globalmente vantaggioso.

A meno che non si dica "produciamo l'idrogeno nei paesi poveri e lo consumiamo qui da noi", ma nel medio periodo, a parte le considerazioni morali, non ha senso.

-------------------------

Mi scuso preventivamente per aver espresso un parere, pur non essendo io iscritto alle Università ove i succitati professori insegnano, nè essendo mai stato benzinaio.
"It's a funny thing about a Porsche: there's the moment you know you want one, there's the moment you first own one and, for the truly afflicted, there's the decade or two that passes in between."
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Patrizio G. (obiwanwrc)
Moderatore
Username: obiwanwrc

Messaggio numero: 2408
Registrato: 06-2006


Inviato il mercoledì 08 novembre 2006 - 14:03:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Beppe chiama Beppe!

La colza danneggia gravemente Siniscalco. [Beppe Grillo]

Prima di fare questo discorso occorre una piccola premessa.
Quanto sto per dire danneggia gravemente il ministero delle finanze,
inoltre e' considerato "truffa" dallo stato. Se deciderete di mettere in atto quanto NON vi
consiglio affatto di fare, quindi, sarete perseguibili e io ovviamente NON
vi consiglio di farlo. VI spiego semplicemente e nel dettaglio cosa NON
fare.

La premessa criminosa e' la seguente: quando i motori diesel vennero
ideati, non esisteva ancora il carburante che oggi noi definiamo "diesel".
Non esisteva perche' non esistendo i motori diesel, nessuno (escluso il buon
Diesel) si era mai chiesto con cosa farli camminare.

Quindi, i primi motori diesel furono concepiti avendo come combustibile
degli olii vegetali, come l'olio di semi, l'olio di soia, l'olio di girasole,
l'olio di semi vari, e cosi' via. Si', proprio cosi', quelli che usate in casa per friggere.

La domanda e': e i motori di oggi? La risposta e' : idem. La stragrande
maggioranza dei motori diesel (credo potreste avere dei problemi con
quelli turbocompressi) e' capace di bruciare uno qualsiasi degli olii che si
usano in cucina, con l'eccezione dell'olio di oliva (dovreste prima
surriscaldarlo, aspettare che decanti il residuo, e poi ossidare alcune
sostanze facendoci gorgogliare dell'aria mentre bolle. Far passare
dell'ossigeno dentro un combustibile liquido che bolle non e' mai saggio,
quindi non lo fate se non vi chiamate Enichem di cognome. Perdipiu' il
numero di esano e' alto, quindi il botto lo sentirebbero molto lontano).

Comunque, la notizia che il Resto del Carlino dava oggi e' la seguente. La
gente, a quanto sembra , sta iniziando a scoprire l'olio di colza. L'olio
di colza e' un oliaccio di merda che le industrie usano per friggere su larga
scala, e ha due vantaggi: il primo e' che rovina il fegato molto lentamente,
il secondo e' che costa poco. Costa poco nel senso che all'ingrosso e nei
discount il suo prezzo oscilla tra il 0.45 e i 0.65 euri/litro.

E quindi il Carlino dice che molta gente, "complice il tam tam su internet"
inizia a prendere d'assalto i discount per comprare questo olio.
Dopodiche' lo si ficca nel motore.

Problemi tecnici? L'unico problema tecnico e' che l'olio vegetale e'
leggermente piu' denso degli altri, e quindi potrebbe dare dei problemi
all'accensione. L'ideale sarebbe partire con il diesel petrolifero, e poi
iniziare con l'olio di semi vari, o l'olio di colza. Questo significa che
la cosa migliore da fare e' testare sul vostro motore quale sia la percentuale
massima di olio vegetale che potrete usare. Prima ne aggiungete il 10% e
edete come va, poi il 20% e vedete come va, poi il 40% e vedete come va,
eccetera.

LA cosa che dovrete verificare e' come si comporta in accensione. I vecchi
motori diesel, quelli non common-rail, quelli con le candelette di
preriscaldamento per intenderci, NON hanno alcun problema e ci potrete
cacciare dentro quanto olio vegetale volete. Quelli common rail invece
vanno verificati come dicevo prima, aggiungendo lentamente percentuali sempre
piu' alte di olio vegetale.

Non sarebbe stranissimo se riusciste anche voi, come la maggior parte, ad
aggirarvi sul 75% - 80%. L'olio di semi, l'olio di colza, possono costare
anche 0.45-0.50 al litro. Il diesel...

Tutto qui, direte voi?
No, non e' tutto qui. Perche' lo stato considera questa cosa una truffa,
cioe' un reato. Se voi, cioe', comprate legalissimamente un litro di olio
di colza e anziche' friggerci i calamari lo infilate nel serbatoio del vostro
diesel per lo stato state compiendo un reato che e' truffa, perche' state
evadendo la tassa che c'e' sui carburanti.

Non importa il fatto che l'automobile sia VOSTRA e anche l' olio sia
VOSTRO e quindi ci fate quel che volete. Lo stato dice che nel momento in cui
diventa carburante , qualsiasi cosa debba pagare delle accise. Quindi nel
momento in cui io sbatto, che so, il resto del carlino nella stufa, sto
compiendo una truffa perche' il resto del carlino NON paga l'accisa sui
carburanti ad uso domestico.

Allora, qual e' il problema? Il problema e' che il carlino vorrebbe dare
la notizia, come la voglio dare io, mentre lo stato (che teme che la gente
sappia come truffarlo) non vorrebbe. E cosi', i giornalisti sono minacciati
di denuncia, per istigazione a delinquere, qualora dicessero che tale
operazione sia possibile, e che tale operazione sia vantaggiosa.

Quindi, mi adeguo.

Allora, con questa operazione il diesel lo pagate dai 0.45 ai 0.65 euri al
litro. Siccome il diesel petrolifero , come e' noto, costa MENO di cosi',
allora l'operazione e' svantaggiosa.

Allo stesso modo, bruciare olio di colza inquina zero. Inquina zero
perche' siccome il bilancio chimico di una pianta e' nullo, il CO2 che buttate
nell'atmosfera e' lo stesso che la pianta ha assorbito per crescere, e il
bilancio per il pianeta e' nullo. Le misurazioni poi mostrano come il
tasso di zolfo sia pressoche' nullo, e le polveri sottili siano la meta' del
diesel petrolifero. Siccome inquinare e' BELLO, allora ovviamente (in
ottemperanza alle leggi vigenti) devo dirvi che usare l'olio di colza e'
SBAGLIATO perche' rispetta l'ambiente, cosa che , come sappiamo tutti, non
e' giusto fare.

Come se non bastasse, l'olio di colza ha un numero di esano leggermente
(il 3%) migliore rispetto al diesel petrolifero, ovvero il vostro motore non
solo durera' di piu', ma avra' una resa migliore e brucera' meno
combustibile. E questo, come ci insegnano le vigenti leggi, e' MALE,
perche' dire il contrario sarebbe istigare alla truffa.

La stessa cosa vale per l'olio di canapa, che e' ancora migliore rispetto
ai precedenti due. Errata corrige: trattandosi di truffa contro lo stato, e'
ancora PEGGIORE. Sporca di meno, mentre noi tutti sappiamo che inquinare
e' BELLO, rende di piu', e non c'e' bisogno che vi elenchi le insidie del
risparmo (pratica immonda e scellerata) e, come se non bastasse, e' una
sonora mazzata nei a Siniscalco, la persona in italia le cui
gonadi stanno piu' a cuore a tutti noi. Guardatelo: i suoi occhioni profondi,
quello sguardo languido e sensuale, l'espressione viva e intelligente:
come pensate di dare un dispiacere ad un "piezz'e'core" del genere?

Quindi, vi esorto a NON piegarvi a queste diaboliche pratiche consistenti
nel risparmiare (vade retro, satana!) soldi mettendo (coprite gli occhi
alle vostre figlie) olio di colza nel serbatoio della vostra automobile diesel
(che Siniscalco mi perdoni, l'ho detto!), risparmiando per di piu' di
inquinare il pianeta (che come sappiamo invece necessita di dosi crescenti
di inquinamento.

La colza danneggia gravemente Siniscalco.
Aut min conc.
Fate finta che ci sia anche un bell rettangolo color nero "annuncio
funerario" attorno, come nelle sigarette.

Come mai dico questo? Dico questo non perche' sia una novita', ma perche'
e' una di quelle notizie che non si dovrebbero far circolare, e che sui
giornali non trovano spazio. Motivo evidente: contate il numero di
pubblicita' di aziende che fanno carburanti, e il numero di pubblicita' di
aziende che fanno olio vegetale, e scoprirete il perche'.

Siccome in USA c'e' un dibattito sul potere dei blog, mi piacerebbe fare
un test: vedere quanto si diffonde una notizia (sebbene gia' nota a molti) in
barba alla censura industriale che vige sui giornali, e che usa il ricatto
"non faccio piu' pubblicita' sul tuo giornale se non dici cosa voglio io".

Quindi, se vi va, e avete un blog, replicate o linkate questo articolo, o
dite le stesse cose con parole vostre. Non so perche', ma a me Siniscalco
non fa tanto sesso.

In generale, comunque, oltre all'olio di colza e a quello di canapa che
sono gli ideali, vanno bene anche l'olio di semi di girasole, quello di semi
vari, quello di mais. L'unica discriminante e' il costo al litro, il che
esclude l'olio di oliva, oltre ai problemi legati alla densita'.

Beppe Grillo


NOTA BENE: ve lo presento "as is", spero che non susciti commenti fuori luogo e che la discussione sia condotta con tranquillità come fatto finora.
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Simone Casale (herbie)
Moderatore
Username: herbie

Messaggio numero: 1185
Registrato: 04-2002


Inviato il mercoledì 08 novembre 2006 - 14:44:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Non ho letto gli interventi sull'idrogeno e sull'olio di colza.

Tanto il mio pensiero è quello che ogni persona che ha una formazione tecnica deve avere (supponendo che in ambito tecnico non debbano esistere chiacchiere ma solo fatti):

- l'idrogeno non si trova in natura, per cui è solo un accumulatore (con perdita) di energia
- l'idrogeno è una delle cose più infiammabili che esistano

quindi propagandarlo per l'autotrazione vuol dire fare demagogia per i meno informati. Che però votano anche loro e anche loro acquistano auto.

Riguardo l'olio di colza, da anni usato in sudamerica per l'autotrazione, a me risulta che in generale gli olii vegetali abbiano alla produzione un costo MAGGIORE rispetto al gasolio, e se fossero tassati come carburanti avrebbero dei prezzi insostenibili.

Infine (forse patrizio lo sa meglio di me) alcuni olii non sono dei combustibili, nel senso che non bruciano senza lasciare residui, quindi nei diesel moderni creano problemi.

I vecchi diesel bruciano tutto; era frequente che le fiat ad un certo punto andassero a 5000 giri senza toccare l'acceleratore e senza riuscire a spegnere il motore: questo perché si rompeva la membrana della pompa del servofreno, l'olio veniva aspirato direttamente dal motore, che lo bruciava alimentandosi quindi "ad olio" fino ad aspirarlo completamente.

(Messaggio modificato da herbie il 08 novembre 2006)
Simone, C2 cabrio tip
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Maurizio (micio964)
Utente registrato
Username: micio964

Messaggio numero: 141
Registrato: 03-2005


Inviato il mercoledì 08 novembre 2006 - 14:52:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Avevo sentito, ma potrebbe averlo detto qualche compagnia petrolifera, che utilizzare olii vegetali come combustibile può danneggiare il motore perchè si depositano residui organici incombusti e/o carbonizzati nelle varie parti meccaniche (iniettori, pistoni, valvole, bronzine ecc.)che a lungo andare formano incrostazioni dannose. Inoltre i residui organici prodotti hanno reazione acida e quindi sono corrosivi. Gli idrocarburi inoltre hanno anche una minima funzione lubrificante che gli oli vegetali non credo abbiano.
Diverso è il caso del riscaldamento di edifici, i bruciatori a gasolio da riscaldamento non hanno controindicazioni all'uso di olio vegetale, hanno meno parti deteriorabili e comunque sono normalmente soggetti a interventi di manutenzione a intervalli di tempo regolari e si tratta, in ogni caso, di una manutenzione di gran lunga più semplice rispetto alla manutenzione di un motore a combustione interna.
Non dimentichiamo che il riscaldamento è enormemente più responsabile dell'inquinamento rispetto alle auto.
Certo si tratterebbe di tornare al riscaldamento a liquido con tutto quello che ciò comporta anche in termini di comodità, ma, vista l'enorme produzione italiana di metano e viste le condizioni particolarmente favorevoli per l'Italia nell'importazione di metano, non credo sarebbe un'idea così cattiva. Se non altro non sarebbe Putin a decidere quanti gradi dobbiamo tenere in casa d'inverno.

ciao
Micio
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Cristiano Maggiorelli (feldtransaxle)
Porschista attivo
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Messaggio numero: 1717
Registrato: 11-2004


Inviato il mercoledì 08 novembre 2006 - 16:10:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Vi informo, se non ve ne siete mai accorti, che ci sono da anni ed anni, veicoli diesel, in particolare da trasporto pesante, che hanno un sospetto odore di pesce fritto dallo scarico....

E fanno centinaia di migliai di km come quelli alimentati a solo gasolio, e consumano pure un pò meno.


Conosco diverse auto moderne che vanno regolarmente da quando son nate allo stesso identico modo.

In inverno mischiano ovviamente un pò più di gasolio.

E sfido io a negare che non siano fonti rinnovabili!!!

Ci sono quelli che sostengono, riferisco e non ne so nulla, che le benzine da zucchero e gli oli per autotrazione possano essere anche molto poco inquinanti, qui parli chi sa, io nulla più dato che non ho le competenze per commentare.
Si vis pacem para bellum - Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum - Paritur Pax Bello - Parabellum
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Patrizio G. (obiwanwrc)
Moderatore
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Messaggio numero: 2413
Registrato: 06-2006


Inviato il mercoledì 08 novembre 2006 - 16:48:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

E' nei programmi europei di introdurre in maniera sempre maggiore i cosiddetti "biodiesel" nei carburanti classici. E' come dice Cristiano: in realtà lo facciamo già tutti, perché nell'attuale diesel c'è una componente di olii vegetali pari a circa il 4%. La realtà brasiliana delle auto ad alcool è sotto gli occhi di tutti: le auto vanno tranquillamente sia a benzina che ad alcool, cambiano solo le mappe della centralina (che tra l'altro riconosce automaticamente il carburante utilizzato).

I vecchi diesel sono sicuramente più di bocca buona, possono andare tranquillamente con olii vegetali al 100% (a parte qualche problema d'innesco); i nuovi hanno qualche problema in più, in quanto gli stretti condotti del common rail e dei sistemi ad alta pressione in genere si turano facilmente (basta anche pochissima acqua...).

La questione del prezzo è molto semplice: esiste un punto di pareggio, sopra il quale conviene il biocarburante. Il fatto è che da una parte c'è una risorsa esauribile (il petrolio) e dall'altra una virtualmente inesauribile e ad impatto zero (il bilancio energetico di una pianta è, come dice giustamente Grillo, nullo: bruciate CO2 che la pianta ha già fissato mentre era in vita). E siccome il petrolio non serve solo a muovere le macchine, io di certo saprei cosa scegliere...

Per il discorso idrogeno, purtroppo, siamo tutti d'accordo: ad oggi è sconveniente energeticamente produrlo. Diventerebbe conveniente (e gratuito) in caso di fusione nucleare a bilancio positivo, tuttora inesistente.

Mia personale opinione: prima di cercare fonti alternative, io cercherei di migliorare il rendimento dei motori. Nella storia esistono infiniti esempi di prototipi ad alto rendimento, chissà come mai inspiegabilmente abbandonati. Nel mondo della microelettonica ci si trova di fronte ad una dicotomia simile: le batterie non seguono la legge di Moore come le architetture di calcolo.

Due correnti di pensiero: cercare nuove tipologie di batterie (io per esempio ho lavorato in un progetto internazionale di biobatterie, batterie a batteri) o cercare di ridurre il consumo dei dispositivi?

A voi l'ardua sentenza.
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Patrizio G. (obiwanwrc)
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Username: obiwanwrc

Messaggio numero: 2414
Registrato: 06-2006


Inviato il mercoledì 08 novembre 2006 - 16:50:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Dimenticavo: nel motore non ci può andare l'olio per friggere comprato al Conad. Come spiegato sopra nel blog di Grillo, deve subire un processo di raffinamento, ossigenazione e purificazione, che annulla o quasi i residui carboniosi e acidi.
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Simone Casale (herbie)
Moderatore
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Messaggio numero: 1188
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Inviato il mercoledì 08 novembre 2006 - 16:51:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Scusa una domanda: cos'è la fusione nucleare a bilancio positivo? Forse una reazione in cui alla fine, oltre all'energia, ci si ritrova anche con un'eccedenza di idrogeno?

Grazie
Simone, C2 cabrio tip
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Beppe S. (toivonen)
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Messaggio numero: 1806
Registrato: 01-2004


Inviato il mercoledì 08 novembre 2006 - 17:00:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Se volete saperne di più sul biodiesel, cercate "Estereco" con un motore di ricerca.

Col carburante di detta industria, Paolo Andreucci e Alessandro Nannini disputarono su Seat Ibiza ufficiale dell'Audi Sport Europa Team di Emilio Radaelli il Trofeo Rally Terra italiano.

Andreucci vinse tra le due ruote motrici.
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Patrizio G. (obiwanwrc)
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Messaggio numero: 2415
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Inviato il mercoledì 08 novembre 2006 - 17:04:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Per bilancio intendo quello energetico. Brevemente, per avvenire una fusione nucleare bisogna avvicinare i nuclei degli atomi a tal punto per cui la forza di repulsione coulombiana sia minore della forza nucleare forte.

Per una serie di questioni fisiche (criterio di Lawson), gli elementi per cui è necessaria la minor energia affinché questo avvenga sono gli isotopi dell'idrogeno. E il modo più semplice per fornire questa energia è aumentandone la temperatura, a milioni di gradi Kelvin (con tutti i problemi di contenimento ben noti). I risultati raggiunti ad oggi sono, purtroppo, da una parte la bomba nucleare a fusione e i vari esperimenti di fusione controllata dove però è più l'energia somministrata per il mantenimento della fusione di quella ottenuta.

Sempre per il criterio di Lawson esiste un punto di pareggio che non si è ancora riusciti a superare.

Tornando alla questione: buona parte delle reazioni di fusione hanno come sottoprodotti gli isotopi dell'idrogeno, in particolare Trizio (soprattutto i reattori a fusione "secca") e Deuterio. Da lì in poi...
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Giampiero (pinky_lai)
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Messaggio numero: 1169
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Inviato il giovedì 09 novembre 2006 - 09:06:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Sono pienamente cosciente che la produzione sconsiderata dell'idrogeno da fonti fossili sarebbe l'inizio della fine della nostra già degradata atmosfera e quindi di tutti gli ecosistemi naturali sulla Terra. Cerchiamo energie alternative come quelle elettriche solari, eoliche, mareali o geotermiche, perfettamente in grado di soddisfare tutto il fabbisogno mondiale umano senza condurci all'autodistruzione. In bocca al lupo agli operatori del settore.
Sto vivendo un magnifico sogno
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Geppy (kitesurfer)
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Messaggio numero: 66
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Inviato il giovedì 09 novembre 2006 - 10:10:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

Ciao Max,

premettendo che le mie conoscenze specifiche in materia sono limitate, purtroppo credo sia impossibile in questo caso scindere l’aspetto tecnico da quello economico/politico.
In questo caso la tecnica è pronta, ma non lo è la politica

Il ciclo dell’idrogeno così come viene prospettato al momento è assurdo, come esattamente viene dimostrato nel testo.
Ogni trasformazione comporta una perdita di energia.
Bruciare petrolio per fare energia elettrica, per produrre idrogeno, per poi bruciarlo in un motore a combustione interna che, quando va bene, ha il 30% di rendimento, è una follia!

L’idrogeno secondo me viene spinto solo perché le lobby delle case automobilistiche e dei petrolieri devono far finta di affrontare il problema dell’inquinamento e per queste 3 ragioni è la strada per loro meno indolore:
1)Può essere usato nei motori a combustione interna attuali, evitando così di stravolgere le tecnologie e gli investimenti delle case automobilistiche.
2)Allo stato attuale richiederebbe ancora l’uso del petrolio, dato che ci vuole tanta energia per produrlo, e quindi i petrolieri sono contenti.
3)Beppe Grillo può andare in televisione a fare il guru dell’ecologia e respirare dal tubo di scarico di un’auto ad idrogeno senza morire: gli ecologisti disinformati gridano al miracolo e i politici dichiarano che l’idrogeno è la soluzione di tutti i mali, facendo bella figura con gli elettori senza irritare le lobby.

Se si potesse scegliere la miglior soluzione da un punto di vista tecnico/economio/ambientale, credo che la via da percorrere sia una sola: centrali elettriche ad energia rinnovabile (vento, sole, maree, ecc.) e autoveicoli elettrici a batteria.
Da appassionato di motori ed innamorato del rombo del flat-six raffreddato ad aria, questa soluzione è come una pugnalata al cuore, ma tantè… credo che sia l’unica maniera per venirne fuori.

La tecnologia c’è, funziona ed è conveniente: Carlo Rubbia ci ha provato con il progetto Archimede, ma in Italia nessuno lo ha voluto ed è andato in Spagna a farlo.
Il problema è che il costo nel breve termine è politicamente insostenibile: abituati a chiedere le tasse su redditi non ancora maturati, come potrebbero i nostri politici concepire un investimento in energia rinnovabile che mostrerà vantaggi economici tra 10 o 20 anni e che stravolgerebbe gli equilibri di ricchezza e potere sia nazionali che mondiali?

Ciao.
--
Geppy
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gianluigi (gian61)
PorscheManiaco vero !!
Username: gian61

Messaggio numero: 2877
Registrato: 01-2002


Inviato il giovedì 09 novembre 2006 - 10:13:   Modifica Messaggio Cancella Messaggio Stampa Messaggio    Sposta Messaggio (Moderatore/Amministratore soltanto)

L'idrogeno in se non è una fonte energetica,ne è solo il "vettore",se non viene prodotto partendo da una fonte di energia nucleare,serve solo a spostare l'inquinamento da combustione tradizionale in un altro sito.

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